Una delle citazioni più famose di Pep Guardiola è che i moduli sono «numeri di telefono». La disposizione di in campo è ovviamente fondamentale, il senso delle sue parole è che, più della schematizzazione in categorie predefinite, è importante lo stile di gioco di una squadra: come si muove, quali sono i suoi obiettivi quando attacca e difende, etc. Napoli e Lazio sono ottimi esempi in questo senso: pur partendo dallo stesso modulo, il 4-3-3, il loro modo di giocare è molto diverso. Qui sotto ho provato a sintetizzarlo in 3 punti:
1. Costruzione dal basso
La Lazio preferisce una circolazione lineare e sicura: i terzini restano vicini ai difensori centrali, all’altezza del mediano, che solitamente si limita ad appoggi sicuri, sui terzini o scaricando indietro ai difensori centrali.
Difensori e centrocampisti del Napoli, invece, sono in continuo movimento a inizio azione, scambiandosi di posizione per dare molte soluzioni di gioco al portatore di palla e contribuire a una circolazione più verticale e incisiva.
Notare i movimenti di Jorginho, Allan e Hamsík.
2. Sviluppo della manovra
È diversa anche la scelta della zona di campo privilegiata per avanzare e arrivare nella trequarti avversaria: il Napoli preferisce controllare il centro del campo, utilizzando le fasce per muovere la squadra avversaria e trovare lo spazio da attaccare in mezzo al campo.
Maksimovic avanza sulla fascia destra, ma ha diverse opzioni per tornare in mezzo al campo e da lì arrivare nell’area di rigore del Besiktas.
La Lazio risale il campo sulle fasce, allargando le mezzali a formare le catene laterali con il terzino e l’ala. È in quel triangolo che i biancocelesti sviluppano le proprie azioni per arrivare al tiro.
La classica catena di fascia della Lazio.
3. Pressing
Anche l’atteggiamento difensivo è piuttosto diverso: il Napoli è sempre aggressivo sulla costruzione dal basso della squadra avversaria. Le ali si alzano a supportare il pressing del centravanti, il resto della squadra li accompagna.
Hamsík e Allan si alzano a supportare il pressing del tridente.
La Lazio preferisce un atteggiamento più prudente: le ali ripiegano a centrocampo e ad alzarsi a supporto del centravanti è una mezzala, che abbandona la propria posizione e viene coperto dallo scivolamento degli altri centrocampisti.
Keita e Felipe Anderson ripiegano a centrocampo, Parolo si prepara ad abbandonare la propria posizione.
Insomma, per capire davvero come gioca una squadra non basta fermarsi al modulo. Napoli e Lazio condividono la base di partenza, il 4-3-3, ma il loro stile è quasi all’opposto: complesso e imprevedibile quello dei partenopei, semplice e lineare quello dei biancocelesti. È facile prevedere che sarà il Napoli a fare la partita, mentre la Lazio proverà a difendersi, magari cambiando modulo. Ma non sarà questo a decidere l’esito della sfida: come sempre, prima di tutto, conterà il modo di stare in campo.