A differenza dello scorso campionato, Juventus – Napoli non è, al momento, una partita-Scudetto: non vale il primo posto e tra le due squadre c’è di mezzo la Roma, che come nel famoso proverbio potrebbe approfittarne, per staccare il Napoli o per prendersi la testa della classifica. Nessuna delle due squadre ha espresso finora il massimo potenziale, qui sotto ho scelto tre temi tattici che potrebbero indirizzare la partita in un senso o in un altro.
1. I cambi di gioco della Juve
A prescindere dagli uomini scelti e dalla fluidità con la quale cambia modulo durante le due fasi, i principi di gioco della Juve sono piuttosto chiari: costruzione pulita dal basso grazie ai tre difensori e al mediano, mentre i due esterni forniscono un punto di riferimento costante sia per aggirare il pressing avversario che per sviluppare l’azione nella trequarti offensiva. La Juve occupa entrambe le fasce contemporaneamente quando attacca, un problema per il Napoli, che accorcia molto sul lato del pallone quando difende, scoprendosi sul lato debole. Un aspetto di cui potrebbe approfittare la squadra di Allegri, abituata a saltare il centro del campo e a cambiare gioco per sorprendere i propri avversari.
Come conquistare un calcio d’angolo senza passare mai dal centro del campo: da qui nasce il 2-0 di Chiellini contro la Samp.
2. La posizione di Pjanic e Khedira
Quando costruisce dal basso, la Juve sa adattarsi in maniera dinamica al pressing avversario. È evidente soprattutto nel movimento delle mezzali, che non si limitano a fornire un appoggio sicuro per far uscire il pallone dalla difesa, ma adeguano la loro posizione in base allo schieramento e all’atteggiamento avversario. Se non è particolarmente aggressivo si alzano a turno (più Pjanic di Khedira, comunque) sulla linea degli attaccanti, con un doppio effetto: tenere bloccato il terzino avversario, dando modo all’esterno di ricevere con una certa libertà; fornire ai giocatori coinvolti nella prima impostazione l’alternativa del lancio lungo, costringendo la difesa avversaria a scegliere se accorciare verso il centrocampo o scappare indietro. Un meccanismo che potrebbe mettere in difficoltà la linea difensiva del Napoli, che più volte si è dimostrata imprecisa nel corso di questa stagione.
Khedira è vicino a Mandzukic, Marchisio lancia lungo e la Juve arriva in area facilmente, anche se alla fine non riesce a concludere.
3. Gli schemi da palla ferma del Napoli
C’è una sola situazione in cui la Juve perde parte della sicurezza difensiva sulla quale ha costruito il proprio dominio sul campionato italiano: i calci da fermo. Per una strana coincidenza, da quando si è infortunato Milik, il Napoli ha iniziato a segnare con una certa frequenza sugli sviluppi di un corner: Koulibaly alla Roma, Maksimovic al Crotone, Chiriches all’Empoli. La fantasia di Sarri negli schemi da palla inattiva può essere il jolly da calare per tornare a vincere a Torino a 7 anni di distanza dall’ultima volta.