Dopo la vittoria contro l’Inter, la Roma misura le proprie ambizioni stagionali in un altro scontro diretto, avendo nel mirino proprio il sorpasso al Napoli al secondo posto. D’altra parte la squadra di Sarri deve scongiurare l’incubo di ogni tifoso non bianconero: far allontanare ancora di più la Juventus e dare ulteriore credibilità allo scenario (peraltro evocato dallo stesso Sarri) che vede la Juve giocare un campionato a parte. Qui sotto trovate tre chiavi tattiche che potrebbero decidere la partita.
1. Il pressing della Roma
Il primo pensiero di ogni squadra che affronta il Napoli è come bloccarne il palleggio: l’Atalanta e il Genoa hanno mostrato come la squadra di Sarri soffra le marcature a uomo a tutto campo, specie dei suoi tre centrocampisti, ma non è ovviamente l’unica strada percorribile per contrastare il possesso palla dei partenopei.
L’ultima volta Spalletti aveva deciso di difendersi così.
Spalletti l’anno scorso ha limitato la fase di costruzione del Napoli grazie agli incroci tra Perotti e Nainggolan ad alzarsi su Koulibaly e Albiol e a coprire le linee di passaggio verso Jorginho, e all’aggressività dei due centrocampisti (Pjanic e Keita) e dei due difensori centrali (Manolas e Rüdiger), puntuali nell’accorciare il campo per impedire il classico gioco tra le linee del Napoli. Il coraggio era stato premiato dalla vittoria per 1-0 e l’atteggiamento potrebbe essere riproposto anche stavolta, pur con interpreti diversi rispetto allo scorso campionato. La riuscita del piano sarebbe il primo mattone su cui costruire un nuovo successo.
2. Gabbiadini vs. Milik
È la prima partita del Napoli dopo il grave infortunio di Milik ed è inevitabile che la prestazione di Manolo Gabbiadini verrà seguita con particolare attenzione. È probabilmente il momento più importante della carriera di Gabbiadini: sarà all’altezza del ruolo di centravanti titolare nel Napoli? Nelle poche partite in cui è stato possibile metterli a confronto, Milik è sembrato più deciso ed efficace nei movimenti a pendolo che Sarri chiede al suo centravanti: allungare la difesa e muoversi incontro per fornire una linea di passaggio sulla trequarti e innescare la fase di rifinitura con uno scambio veloce.
Taglio in profondità e tocco morbido a scavalcare il portiere: il valore aggiunto di Milik.
Gabbiadini paga soprattutto il diverso spessore fisico rispetto a Milik, che lo rende meno efficace del polacco spalle alla porta e “raggiungibile” solo con passaggi semplici, principalmente rasoterra sul sinistro. È facile prevedere che Gabbiadini andrà in difficoltà nel duello fisico con i centrali della Roma (Manolas e Fazio, probabilmente), ma dovrà essere bravo soprattutto a spingerli in basso per creare spazi per i compagni sulla trequarti e darsi il modo di girarsi per guardare la porta: pochi altri attaccanti, infatti, sono in grado di centrarla con la potenza e la precisione di cui è capace con il suo mancino, anche dalla distanza.
3. Callejón vs. il terzino sinistro della Roma
Callejón è l’incubo dei terzini sinistri avversari.
Qualunque sia la scelta di Spalletti (l’infortunio a Bruno Peres rende molto probabile la conferma di Juan Jesus), la sfida tra Callejón e il terzino sinistro della Roma, punto debole dell’undici titolare giallorosso, è sulla carta il mismatch più sbilanciato in favore del Napoli. Callejón potrebbe demolire Juan Jesus, mettendone a nudo i limiti nel tenere la linea e fare la diagonale: in un Napoli alla ricerca di certezze dopo l’infortunio di Milik, potrebbe essere il classico schema cross-dalla-sinistra-taglio-di-Callejón a decidere, ancora una volta, la partita.