Roma e Inter sono accomunate da un inizio di stagione altalenante. La strada di Luciano Spalletti e Frank de Boer alla ricerca dell’equilibrio è ancora molto lunga e l’incrocio di domenica sera dirà chi è riuscito a fare dei passi in avanti, soprattutto nel risolvere questi quattro problemi che impediscono alle due squadre di imporsi come terza forza del campionato.
1. De Boer non può contare solo sui singoli
La manovra dell’Inter è stata fin qui piuttosto lineare e condizionata dai giocatori scelti da de Boer: gestita a proprio piacimento da Banega e João Mário contro la Juventus, incanalata sulle fasce per isolare Candreva e Perisic contro il Bologna. Tatticamente de Boer si è limitato a una struttura leggera, lasciando molta libertà ai suoi giocatori migliori. È un po’ quello che accadeva quando in panchina sedeva Mancini e anche se l’undici titolare è più forte di un anno fa, la sfida più grande per de Boer sta nel riuscire a segnare una netta discontinuità col passato, per non legare troppo il destino della sua squadra alle lune dei suoi giocatori più forti.
Si sente già la mancanza di João Mário.
2. L’Inter attacca con pochi giocatori
La leggerezza dell’impianto tattico costruito da de Boer influenza soprattutto la fase di possesso: contro squadre organizzate la presenza del solo Banega non basta a collegare difesa e attacco e se l’argentino è costretto ad abbassarsi molto, i nerazzurri si allungano, Icardi diventa irraggiungibile e la pericolosità offensiva si limita agli uno contro uno e ai cross di Perisic e Candreva. Non sarebbe nemmeno una cattiva idea, vista la frequenza con cui i due saltano l’uomo e crossano palloni in area avversaria: il problema è che la squadra fatica ad accompagnarli e spesso in area è presente il solo Icardi e l’ala opposta. Una situazione che rende particolarmente grave l’assenza di João Mário, sia per togliere a Banega il peso esclusivo di collegare difesa e attacco, ma anche per aumentare la presenza interista nell’area di rigore avversaria.
3. Alla Roma mancano i collegamenti tra i reparti
La partita contro il Torino ha evidenziato una volta per tutte che la Roma tende a spezzarsi in due, con un centrocampo incapace sia di fare da collegamento con l’attacco che di coprire la difesa. Magari potrebbe aiutare la rotazione del triangolo di centrocampo, con un mediano e due mezzali per aumentare le linee di passaggio nella metà campo avversaria e sciogliere la coppia Dzeko-Nainggolan, piuttosto mal assortita. La Roma avrebbe bisogno infatti di un giocatore più a suo agio tra le linee rispetto a Nainggolan, per sfruttare lo spazio che Dzeko crea allungando le difese avversarie.
Il video più cattivo di YouTube.
4. Spalletti non può dipendere ancora da Totti
La conseguenza diretta dell’incapacità di controllare le partite a centrocampo è una squadra che attacca molto, ma concede molto. È in questo contesto che Totti si sta rivelando ancora fondamentale: in una squadra che rinuncia a passare dalla trequarti, ma attacca le difese avversarie con molti uomini e cerca di colpirle immediatamente alle loro spalle, la sua capacità di verticalizzare, unica nella rosa, è determinante. Ma è chiaro che bisogna trovare delle alternative: Totti non può essere, ancora una volta, il tappeto sotto il quale far sparire la polvere dei problemi della Roma.