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Lindelöf: il prossimo centrale difensivo d’élite?

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Prendete un diciassettenne svedese, che ha appena giocato il suo primo campionato di Serie B nazionale e che è stato nominato calciatore dell’anno nonostante la sua squadra, una neopromossa di una piccola città, non sia riuscita a evitare l’immediata retrocessione. Bene, ora catapultatelo in Portogallo, a Lisbona, in una delle squadre d’élite d’Europa per la qualità del proprio vivaio. Un ragazzo qualsiasi resterebbe spaesato, ma non Victor Lindelöf, che già al primo incontro con la stampa centrò il punto: “Pensate ai progressi che farò restando qui”.

Dopo due anni e mezzo spesi nelle giovanili del Benfica, dalla scorsa stagione Lindelöf si è preso un posto da titolare nell’undici delle “Aquile”. Lo scorso anno fu inizialmente escluso dai convocati per l’Europeo Under-21, salvo poi essere ripescato per l’infortuno di Emil Krafth, terzino destro ora al Bologna. Lindelöf quel torneo lo vinse, finendo anche nella Top 11 stilata dalla UEFA. Il Fato gli ha dato una mano e il Tempo gli ha dato ragione: Lindelöf, a 22 anni, è uno dei giovani difensori più promettenti d’Europa.


Di certo non gli manca sicurezza palla al piede.

Il ragazzo svedese (187 cm di altezza per 80 kg di peso) è quello che gli inglesi chiamerebbero ball-playing defender: la sua attitudine nella conduzione di palla è straordinaria per il ruolo, ha la testa sempre alta per cercare un compagno, specialmente in verticale, e può calciare liberamente con entrambi i piedi. È così sicuro dei propri mezzi tecnici che alle volte un eccesso di confidenza lo tradisce: finisce così per regalare il possesso agli avversari con un lancio fin troppo rischioso. Ha una buona velocità di base, che gli ha regalato un minutaggio maggiore perché può essere impiegato anche da terzino destro, oltre che da centrale. Sulla fascia perde una parte delle proprie doti perché, banalmente, la linea del fallo laterale dimezza le sue opzioni di passaggio e il suo baricentro alto lo rende impacciato nel dribbling.

Lindelöf è una sintesi della modernità calcistica: un centrale giovane e molto quotato che non ha dei fondamentali difensivi da primo della classe. Lindelöf è molto aggressivo sull’anticipo, ma ha bisogno comunque di un partner più attento alla fase di copertura alle sue spalle (nel Benfica è un ruolo adatto sia all’esperto Luisão che all’argentino López). Guardando alle sue statistiche, non figura tra i primi del campionato portoghese per tackle vinti o per i palloni intercettati. Non primeggia neanche sulle palle alte, nonostante la stazza, in nessuna delle due aree: Lindelöf ha finora segnato un solo gol.


Eccolo.

Tra un anno lo svedese potrebbe diventare il prossimo oggetto dei desideri dei grandi club europei: questa Champions League ci aiuterà a stimare il suo reale valore.


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