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Roma – Napoli

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Stando ai numeri, nessuno in Serie A attacca meglio di Roma e Napoli. Non conta semplicemente la quantità, ma anche la qualità della loro produzione offensiva: partenopei e giallorossi non si limitano a segnare più di tutti (60 e 57 gol rispettivamente), ma costruiscono anche le migliori occasioni, dominando la classifica degli Expected Goals. La loro pericolosità ha però basi diverse, come dimostrano gli ultimi gol segnati.

Cambiare per costruirsi piccoli vantaggi

Alla fine di Inter-Roma, Luciano Spalletti ha svelato in maniera piuttosto dettagliata la strategia offensiva pensata per la partita: Juan Jesus doveva restare basso per non far allineare Candreva ai difensori e lasciare allo stesso tempo lo spazio per i tagli sull’esterno di Nainggolan, che avrebbero dovuto portare fuori posizione Murillo e lasciare Dzeko nell’uno contro uno con Medel, creando un evidente mismatch fisico. È ciò che accade nell’azione del primo gol di Nainggolan, anche se non tutto va come previsto da Spalletti: Murillo infatti non esce sul belga, che al contrario viene seguito da Gagliardini. L’esito però non cambia: Dzeko tiene facilmente a distanza Medel e allarga a Nainggolan, che si libera senza problemi di Gagliardini e infila il pallone sul secondo palo con un tiro magnifico.

L’identità prima di tutto

L’immutabilità del proprio gioco è al tempo stesso il punto di forza e il lato oscuro del Napoli. Anche nella semifinale d’andata di Coppa Italia contro la Juventus, la squadra di Maurizio Sarri ha dominato il possesso palla, specie nel primo tempo, non tanto con l’obiettivo di creare i duelli individuali più vantaggiosi, ma di costruire continuamente la superiorità alle spalle delle linee della Juve e trovare l’uomo libero. L’azione del gol di Callejón è la sintesi dei princìpi di gioco dei partenopei. Dopo aver riconquistato immediatamente il possesso dopo il lancio sbagliato di Hamsík, il Napoli risponde alla chiusura degli spazi della Juve sulla destra girando il pallone a sinistra. Insigne riceve e attrae fuori posizione Barzagli, sfruttando il buco lasciato dal difensore bianconero per controllare la sponda di Milik. La rifinitura è un classico: passaggio sul secondo palo, taglio di Callejón e palla in rete.

Tra le altre cose, la sfida tra Roma e Napoli sarà uno scontro di stili: i continui aggiustamenti di Spalletti per approfittare delle debolezze avversarie ed esaltare le individualità migliori (basti pensare all’utilizzo di Salah nella gara d’andata per sfruttare lo spazio alle spalle di Ghoulam) contro l’immutabilità delle idee di Sarri. Entrambe le strade si sono dimostrate efficaci finora, rendendo Roma e Napoli le squadre più pericolose del campionato. Solo una, però, porterà al secondo posto.


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