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Centrocampista senza ruolo

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A diciannove anni, dopo una sorprendente prima stagione in Serie A, Godfred Donsah sta facendo la cosa più difficile: confermarsi. E per giunta in un’altra piazza, Bologna, dove Donadoni ha dato luce a un laboratorio di giovanissimi talenti: ovviamente Donsah (’96) e il suo compagno di stanza Diawara (’97), ma anche Masina e Mbaye (’94). Una squadra equilibrata, rocciosa, solidamente a metà classifica. Ancora poco incisiva in attacco, ma certo diversa da quella mortificata di inizio stagione.

Intensità, concentrazione, intelligenza tattica. Da un paio di mesi Donsah si è conquistato il posto di titolare, dopo qualche panchina e un infortunio muscolare. Oggi, nel cuore del centrocampo rossoblù, convince la città, il resto d’Italia, e oltre. L’ultima voce sostiene che Chelsea e Arsenal stiano battagliando per lui.

La forza esplosiva, la velocità e la disciplina tattica non si accompagnano ad altri elementi che renderebbero semplice definirlo. Non è un centrocampista moderno, un box-to-box che combina fisico e tecnica: tocca troppi pochi palloni, gli manca troppa precisione. Non è nemmeno un mero incontrista vecchio stile: troppo offensivo, bravo a vedere la porta, capace di stare nel pieno del gioco e al tempo stesso di allargarsi.

Le statistiche dicono che non arriva al settanta per cento di passaggi riusciti, che fa 1,3 dribbling a partita e che il contributo difensivo è limitato. Numeri anomali per un centrocampista centrale senza i piedi fatati e con la sua struttura (175 cm per 72 kg).

In un video ufficiale del Bologna Fc, alla domanda: “Se non fossi un calciatore…” risponde: “Sarei una persona che lavora nella piantagioni di cacao”. In effetti è questo che faceva in Ghana, prima. Prima che suo padre arrivasse da clandestino in Italia. Prima che tornasse indietro per portare stavolta con sé l’unico figlio maschio, Godfred, quindicenne, su un barcone. Prima di superare il provino a Palermo ed essere rimandato in Africa perché clandestino. Prima di riuscire a tornare e iniziare la sua rapidissima carriera: Palermo, Verona, Cagliari, Bologna, in neanche quattro anni.

Appena arrivato all’Hellas, i veterani della squadra gli regalarono una valigia. Sembra il dono perfetto.

Donsah vs Samp
A questo punto della stagione ha fatto due assist e due reti. Uno e uno, rispettivamente, nella stessa gara contro la Sampdoria.

Donsah deve decidere che giocatore essere. Se concentrarsi sulla rottura e riempire le lacune difensive o se cercare la precisione. Potrebbe diventare un incursore, un falso centrocampista pronto a scorribande, una duttile pedina attenta a entrambe le fasi. Di sicuro deve ancora compiere vent’anni.

Con la selezione ghanese, la scorsa estate ha partecipato al Mondiale Under-20, dove le “Black Stars” sono uscite agli ottavi. Nello stesso periodo, prima che firmasse col Bologna, si è parlato con insistenza di Juventus e Napoli. Il giro della Nazionale maggiore sembra alla sua portata, così come un salto di qualità a livello di club. Ma in rossoblù, soprattutto se Donadoni restasse alla guida, avrebbe certo più calma per crescere come ha bisogno.


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